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Friday, June 02, 2006

Aerei famosi *** I Pomilio PD e PE***






Il periodico dell’Associazione Arma Aeronautica “AERONAUTICA” è una fonte inesauribile di preziose notizie sul vasto ed affascinante mondo del volo. L’articolo che segue riguarda una fase importante della storia del volo certamente sarà gradito dagli appassionati dell’aviazione che visitano questo spazio web. Per altro www.pescaraonline.net nasce nella Regione e nell’area Metropolitana che diede i natali oltre che al pioniere Ottorino Pomilio, anche a Corradino D’Ascanio e a Gabriele D’Annunzio. (R.D.B.)

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Aerei famosi *** I Pomilio PD e PE***

di Gregory Alegi (da “AERONAUTICA” - aprile 2006)

14 maggio 1917 la Direzione Generale d'Aeronautica ordinò alla DTAM di invitare la Pomilio "a modificare l'apparecchio C. 1 da ricognizione di armata così da raggiungere i dati di carico e velocità citati nella relazione", senza rallentare la produzione o la costituzione delle squadriglie previste. In giugno comparve quindi il Pomilio PD, evoluzione del precedente PC ed a sua volta destinato ad essere sostituito dal PE.
Conservando l'impostazione generale di forte impronta Aviatik, i due tipi introducevano alcuni perfezionamenti quali la carenatura del pattino di coda per aumentare la superficie di deriva. Nel PD, che manteneva il motore Fiat A. 12 da 200 CV, i radiatori verticali esterni avevano ceduto il posto ad un unico radiatore orizzontale sospeso sotto l'ala superiore, dove venne installato anche un serbatoio supplementare; nel PE, che montava il più potente A. 12bis da 260 CV, fu ridisegnata la fusoliera anteriore (racchiudendo entro una carenatura metallica le teste dei cilindri e la distribuzione ed installando un radiatore frontale di tipo automobilistico) e introdotto un serbatoio alare. Il PD presentava inoltre una diversa sistemazione dei serbatoi interni e tre attacchi esterni per bombe da 162mm su ciascun lato della fusoliera. Entrambi i tipi erano armati con due mitragliatrici, una Fiat brandeggiabile posteriore ed una fissa anteriore sull'ala superiore (indifferentemente Fiat o Lewis) che, sugli esemplari di tarda produzione, fu sostituita con una sincronizzata. Ugualmente comune a PD e PE era la deriva mobile per compensare la coppia dell'elica.
La data del primo volo del PD non è conosciuta, ma già il 22 giugno 1917 il collaudatore Baldioli vi effettuò un volo Torino‑Genova‑Torino. Alla messa a punto dell'aereo contribuì anche il ten. Mario De Bernardi. Il prototipo del PE seguì probabilmente in luglio. 1 dati di produzione della DTAM sono purtroppo imprecisi in quanto raggruppano PC, PD e PE in un unico totale. Gli ordinativi ammontarono comunque a 1.495 aerei presso la Pomilio, dei quali 1.466 (compresi 60 A.3 descritti più avanti) consegnati entro la fine del conflitto, e 150 presso la Bauchiero.
1 PD affluirono inizialmente alle squadriglie 13 1 a e 132', dove nell'estate 1917 sostituirono subito i problematici PC ed alle quali si aggiunse in autunno la 133 a. In attesa degli idrocaccia, l'Esercito costituì inoltre tre sezioni Pomilio per la Marina, con base a Cascina Farello, vicino Grado: al 31 luglio la 1 a Sezione attendeva ancora i supporti delle mitragliatrici, ma passò a disposizione del Comando Superiore il 3 agosto; la 2' partì per Cascina Farello il 18 ottobre, mentre nella burrasca di Caporetto si rinunciò a costituire la 3 a~ che il 31 ottobre era ancora a Ghedi priva di aerei. Già dal 30 agosto due della 1 a Sezione scortarono su Trieste gli L.3 di Venezia.
Nel settembre 1917 il PD 3824 ed il PE 3820 furono inviati negli Stati Uniti per un giro promozionale durante il quale Baldioli compì alcuni voli tra Langley Field e Mineola Field, con velocità medie di 185‑210 km/h. In alcune occasioni Baldioli lanciò sulle città americane volantini inneggianti ai due Paesi ma, nonostante gli sforzi, il Pomilio non interessava le autorità americane il cui programma di costruzioni aeronautiche era già indirizzato verso il De Havilland DH‑4. La presentazione costituì forse il primo passo verso la costituzione, avvenuta l'anno successivo, della società Pomilio Brothers che avrebbe realizzato prototipi da caccia (FVL‑8) e bombardamento (BVL‑12).
A fine novembre erano su Pomilio anche 134a (in due sezioni, a Castenedolo e Verona) e la 139a. La lenta diffusione era legata principalmente alla decisione d'inviare i Pomilio presso i centri formazione squadriglie, dove durante l'inverno sarebbero affluiti dal fronte interi reparti da riequipaggiare. A tal scopo, dopo le lamentele espresse nell'ottobre 1917 dal centro di Ghedi, alcuni PD tornarono in ditta per essere trasformati in doppio comando. Il disastro di Caporetto costrinse a rivedere il progetto ma, con l'inesorabile scoperta dei gravi difetti dei SIA, il numero dei reparti si accrebbe notevolmente: nel giugno 1918 erano su Pomilio 10 squadriglie complete (112 a, 113a, 117 a, 13la, 132°, 133a, 134°, 135a, 136°, 139a) ed altre sei in parte o in transizione (6 1 a , 62 a, 114a, 115°, 118°, 120a). Il 15 giugno, all'inizio dell'offensiva del Piave, un PE della 134 a Squadriglia compì una ricognizione strategica delle retrovie nemiche di fronte alla la Armata per accertare eventuali movimenti di truppe austriache.
Con l'aggiunta delle ex squadriglie SIA, all'armistizio il numero era salito a 17 complete (22 a , 23°,27a 28a, 31a, 36 a, 38a, 34°,40a , 61a, 112 a, 114a, 118a, 12 0a, 131°, 134a, 136a), e cinque miste o parziali (26', 32 a 33 % I I 1', 116 a): si trattava dunque del velivolo da ricognizione numericamente più importante utilizzato in Italia durante il conflitto.
Nonostante il diffondersi della frase scaramantica di rito, in questo caso <"il Pomilio davver non ti consiglio", nell'impiego i PE si dimostrarono superiori ai SAML, per prestazioni, ed ai SIA, per robustezza. Pare comunque che il pilotaggio fosse difficile, particolarmente in condizioni meteorologiche avverse, e che "avessero un difetto costruttivo che [ne] provocava facilmente il [ ... ] rovesciamento in volo". Secondo la testimonianza dell'ing. D'Ascanio, fu invece risolto con opportuni rinforzi degli attacchi il problema, verificatosi presso una squadriglia a Udine, del distacco in volo del cerchio di sostegno del complesso girevole con sedile e supporto della mitragliatrice, con conseguente perdita dell'osservatore. Anche così, i PE non furono mai del tutto a punto: nel maggio 1918 quelli della costituenda 25' Squadriglia erano in corso di modifica, mentre la costituzione della 35 a fu sospesa il 3 agosto. Ancora nell'ottobre 1918 fu aumentata la superficie della i pinna ventrale.




L:ultimo ricognitore Pomilio vide la luce dopo l'assorbimento della ditta da parte dell'Ansaldo e fu quindi battezzato A.3. Si trattava di un ulteriore affinamento della formula, con lo stesso A. 12bis ma di dimensioni leggermente minori e nel quale, per curare l'instabìlità longitudinale, erano stati completamente ridisegnati gli impennaggi. Pur rivelandosi molto superiore al P.E, non fu costruito nessuno dei 500 A.3 ordinati come tali: i 60 esemplari realizzati derivarono infatti dalla richiesta della DTAM di completare a quello standard gli ultimi 89 PE già in lavorazione. LA3 matricola 15303 è segnalato in Argentina nel dopoguerra.
L’eliminazione dei Pomilio dall'inventario di pace fu sorprendentemente rapida: se al 30 settembre 1919 esistevano ancora 113 PE, alcuni dei quali utilizzati anche dall'embrionale aviazione fiumana, al 20 giugno 1920 la sola 39' Squadriglia di Aiello rimaneva su PE, peraltro in organico misto con i SAML.

Dimensioni e caratteristiche:
PD PE A.3
apertura alare 11,64 --- 11,28 11,50M
lunghezza 8,94 --- 8,94 --- 8,75m
altezza 3,35 --- 3,10 --- 2,95m
superficie alare 46 --- 44 --- 38mq
peso totale 1.577 --- 1.537 --- 1.475 kgo
a vuoto 1.177 --- 1.137 --- 1.025 kg
velocità max 185 --- 195 --- 190 km/'h
salita a 3.000 m in 22' --- 16' --- n.d.
autonomia n.d. --- 2h 30' --- 3h 30’
tangenza pratica 5.000 --- 4.500 --- 5.500

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Dal Portale del Ministero della Difesa - Aeronautica Militare -
Ottorino Pomicio nasce a Chieti nel 1889; si è laureato in ingegneria a Napoli e ha frequentato con eccellenti risultati la Scuola superiore di aeronautica di Parigi. Pilota lui stesso, ha compiuto molti raid, conseguendo anche alcuni primati. Nel 1912 ha fatto parte dell’Ufficio tecnico del Battaglione Aviatori. Nel 1916-1917 ha fondato la Fabbrica aeroplani Pomilio di Torino produttrice dei velivoli Savoia-Pomilio e nel 1918 ad Indianapolis la Pomilio Brothers Corporation insieme ai suoi fratelli Alessandro e Vittorio.
La ditta fondata ad Indianapolis su invito del governo americano doveva preparare una decina di apparecchi, dei quali solo una metà erano stati effettivamente realizzati alla fine del conflitto. é morto nel 1957. Il fratello Alessandro, ingegnere a sua volta, è stato fra il 1915 ed il 1916 a capo dell’Ufficio tecnico approvvigionamenti di aviazione negli Stati Uniti per conto delle autorità italiane. È stato uno dei propugnatori della standardizzazione fra gli alleati del materiale di aviazione. Vittorio è stato sottotenente di vascello durante la prima guerra mondiale, pilota di idrovolanti, decorato di una medaglia d’argento ed una di bronzo al valor militare. È deceduto l’11 luglio 1923 a Pola per incidente aereo.

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